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A prescindere dalle cause fisiche che vengono indagate per capire l’origine di questo comportamento nei bambini (mancata maturazione della vescica, cause ormonali, ecc.) , che peraltro potrebbero essere esse pure un effetto e non una causa, ci si chiede se questo comportamento, che può essere molto disturbante per il bambino e per le sue esigenze di socializzazione anche nell’ambito familiare, possa avere un significato.

Quel comportamento come si sa è assolutamente spontaneo ed involontario e potrebbe svelare e rappresentare ben di più che una carenza di un qual certo ormone.

Se l’ambito familiare è molto repressivo o peggio inconsapevolmente repressivo, nel senso che sta trasferendo o ha trasferito alla coscienza del bambino la stessa infezione psichica cui sono stati esposti i genitori nella loro infanzia, quel comportamento infantile notturno può essere considerato un sintomo.

Il bambino con quel comportamento sta perciò manifestando un suo bisogno inconscio molto intenso.

Sta cioè agendo (e quindi rappresentando nella realtà ai sui stessi genitori) il bisogno di esprimere in qualche modo nella coscienza, al fine della loro integrazione,  i propri contenuti sessuali inconsci  che l’ambiente familiare gli ha invece impedito o gli sta impedendo di esprimere.

Se quel comportamento è un  agito di quel bisogno vitale allora i genitori , se hanno interesse non solo alla salute fisica dei loro figli ma anche alla loro salute mentale , dovrebbero seriamente interrogarsi sul loro rapporto con i loro figli e dopo una severo esame di coscienza rivolgersi, gli adulti e non certo il bambino,  ad un qualche psicologo che possa esaminare la dinamica dei loro rapporti interfamiliari e dar loro una mano.

Se del caso consigliando a qualcuno dei due adulti o ad entrambi un consulto più specialistico da uno psicoanalista.

 

 

 

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