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Nei confronti dei poveri, degli ultimi, esiste un pregiudizio  individuale che va molto al di là di qualsiasi pregiudizio sociale od economico.

I poveri oltre ad avere la sfortuna di essere poveri hanno anche la sfortuna ,ben più pesante  a mio parere, di rappresentare sul piano simbolico i (temuti, odiati, ecc.) contenuti istintuali dell’inconscio.

Per cui nei confronti dei poveri (e di coloro che cercano di aiutarli) scatta non solo il pregiudizio sociale ma soprattutto scattano le stesse potenti resistenze ostili a quei contenuti negati e castrati.

E’ possibile che la spinta ad accumulare ricchezze in maniera folle sia la risposta comportamentale al terrore che quei contenuti suscitano nel la coscienza di taluni tanto da spingere questi individui a cercare di allontanarsi quanto più sia possibile dalla povertà (ma in pratica da ciò che per la sua coscienza la povertà rappresenta).

Questa identificazione della povertà con i contenuti istintuali dell’inconscio crea nei confronti dei poveri  condizioni di emarginazione sociale e di rifiuto pregiudiziale che rende la condizione di povertà, se possibile, ancora più drammatica.

Le ideologie liberiste ed iperliberiste che esaltano la libertà di impresa non fanno altro che dare  sostegno ed approvazione sociale alla ricchezza contribuendo ad emarginare vieppiù socialmente ed economicamente , come se ce ne fosse bisogno, la povertà.

L’identificazione di cui si è detto è ovviamente molto simile a quella che colpisce ogni forma di diversità (etnica, religiosa, culturale, ecc.) contribuendo a creare le tante forme di emarginazione sociale nelle società che talora piuttosto  ipocritamente si autodefiniscono “affluenti”.

 

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