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Come mai le dolenzie provocate dalle informazioni del falso sè nella coscienza si attivano solo quando la coscienza è attiva e non nel sonno?

 

Il falso sé e la coscienza

Il falso sé: In psicologia, il falso sé è quell'immagine di noi stessi che costruiamo per adattarci alle aspettative sociali, per ottenere approvazione o per nascondere parti di noi che consideriamo inaccettabili. È una sorta di maschera che indossiamo per affrontare il mondo.

La coscienza: La coscienza è lo stato di consapevolezza di sé e del mondo circostante. È in questo stato che elaboriamo le informazioni, prendiamo decisioni e sperimentiamo le emozioni.

 

Perché le dolenzie si attivano solo nella coscienza attiva?

Le dolenzie legate al falso sé si manifestano principalmente quando siamo coscienti per diversi motivi:

Elaborazione cognitiva: Nel sonno, la nostra mente è meno attiva e le capacità cognitive sono ridotte. Non siamo in grado di elaborare le informazioni relative al nostro falso sé e alle discrepanze tra questo e il nostro sé autentico.

Confronto sociale: Durante la veglia, siamo costantemente esposti a stimoli esterni che ci portano a confrontarci con gli altri e con le nostre aspettative. Questo confronto può evidenziare le incongruenze tra il nostro sé ideale e quello reale, generando disagio.

Valutazione: La coscienza ci permette di valutare le nostre esperienze e di attribuire un significato agli eventi. Nel sonno, questa capacità è sospesa, e di conseguenza non siamo in grado di valutare le nostre azioni e le nostre scelte alla luce del nostro falso sé.

Emozioni: Le emozioni legate al falso sé, come la vergogna, il senso di inadeguatezza o l'ansia, si manifestano principalmente nella coscienza attiva. Nel sonno, le emozioni sono meno intense e meno elaborate.

Le dolenzie provocate dal falso sé sono strettamente legate all'attività della coscienza. È nel momento in cui siamo svegli e consapevoli di noi stessi che possiamo confrontare il nostro sé ideale con quello reale, generando così disagio e sofferenza”.

                                (scritto il 8/1/25)

 

 

 

 

 

 


 

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