Si sa l’infanzia dell’individuo non è una passeggiata.
Non lo è mai stata.
E tutte le favolette sull’infanzia luogo della felicità assoluta, tutta roselline e confetti, sa di costruzione artificiosa consolatoria a posteriori.
Le esperienze negative vissute nella infanzia che linkano a sé dolore, sofferenza e frustrazione, peraltro non percepite al momento, strutturano
 nella coscienza costrutti che indurranno nell’adulto comportamenti coatti tesi a riproporre alla percezione dell’ego quei dolori, quelle sofferenze,
 quelle frustrazioni vissute e non percepite nell’infanzia.
Le esperienze positive, le quali portano invece con sé gioia, piacere e gratificazioni, costellano al contrario pulsioni istintuali dell’inconscio in 
questa direzione orientate.
Forse è da qui che nasce nella funzione egotica, che è funzione istintuale e genetica , il libero arbitrio.
L’adulto infatti grazie a queste due tipologie opposte di esperienze sarà in grado da adulto di potere scegliere.
Non sarà più, grazie ad entrambi le tipologie, vittima passiva ed incolpevole delle proprie coazioni a ripetere, portatrici di sofferenza.
Potrà invece decidere quali comportamenti esperire e sarà quindi in condizione di poter scegliere il comportamento portatore di gratificazione
 e di piacere, avendo strutturato sufficienti difese per non soggiacere passivamente alle coazioni strutturatisi nell’infanzia.
E’ come se in una infanzia “normale” (ammesso che ne esista una) si costruissero nella coscienza pesi contrapposti ad analoghi contrappesi 
nell’inconscio che daranno luogo nell’adulto ad una occasione di equilibrio psichico duraturo.
Forse dalla esistenza di pulsioni istintuali orientate al piacere ed alla gioia nasce il modello assolutamente negativo dei costrutti coattivi nella 
coscienza orientati alla sofferenza .
Forse dalla contrapposizione “fisiologica” tra pulsioni istintuali orientati al piacere e costrutti coattivi orientati alla sofferenza nasce il modello 
assolutamente negativo del conflitto intrapsichico.
Il prevalere nella infanzia delle esperienze di tipo negativo (che bloccano in tutto o in parte la possibilità di crescita psichica) metadicono di 
un ambiente parentale in tutto o in parte ostile ai contenuti istintuali dell’inconscio orientati allo sviluppo del Sè.
Al contrario il prevalere delle esperienze di tipo positivo (nel senso sopra indicato) metadicono nella direzione contraria.
L’esistenza dei modelli negativi relativi ai costrutti della coscienza dice che l’inconscio possiede i modelli positivi (di solito negati, castrati, 
repressi, rimossi e così via triturando).
L’esistenza del male (e intorno ce n’è a bizzeffe) dice che da qualche parte esiste sicuramente il bene (solo che questo bisogna cercarlo 
a lungo perché esso si nasconde accuratamente).

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