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Il Narciso è una “pianta” infestante.

La quale colonizza la coscienza e mette le sue radici profonde nell’inconscio quanto il Sé dell’individuo è costretto a restare lontanissimo da quella coscienza.

Il Narciso sembra pianta naturale ma è invece un infestante che allontana e separa l’individuo stesso dalla sua reale natura.

E’ un prodotto originario dalla coscienza percettiva che fornisce informazioni al nucleo originario della coscienza infantile (la coscienza c.d. anale) grazie ai sensi.

Cresce e si sviluppa con il vistocongliocchi e con il sentitodire (S. D’Arrigo).

Essendo la bellezza un portato fondamentale della Natura in ogni suo aspetto (un portato che cogliamo forse e sopratutto grazie ai soli schemi ed ai soli pattern con i quali siamo in grado di percepirla) il Narciso della bellezza e del senso estetico si fa portatore.

Di essa fa la sua bandiera e la sua maschera dietro la quale nasconde il vuoto assoluto.

Le infinite protesi del falso sé che strutturano la sua coscienza sono le sue radici di superficie.

 Il prodotto mentale risultante di tale artificio e di tale artificiosità è l’ego narcisistico (il quale può raggiungere livelli di sviluppo parossitico) , ego che  fonda sé stesso su un tragico nulla.

Via via che la terapia analitica porta alla coscienza i significati del Sé dell’individuo le protesi del falso sé cedono alla coscienza del Sé in costruzione l’energia libidica che le alimentava e le corrispondenti radici nell’inconscio esauriscono il loro compito.

Il Narciso in questo modo lentamente diventa sempre meno Narciso e l’individuo  si avvia a superare la sua condizione dissociativa.

 

 

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