Quando tra l’analista ed il suo paziente si struttura un legame affettivo (e quindi energetico) questo transfert diventa il supporto per forme di comunicazione non sensibili, subliminali, che sono parte non solo importanti ma talora fondamentali per il successo della terapia.

Nel corso del transfert il paziente proietta sull’analista parti di sé inconsce e la comunicazione spontanea tra inconscio del paziente ed inconscio dell’analista fa il resto.

Quando si attiva un transfert si attiva simultaneamente un controtransfert .

In questo caso è l’analista che proietta parti oscure ed inconsce di sé sul paziente e stavolta è il suo inconscio a “parlare” con quello del paziente.

Grazie alla comunicazione transferale l’analista può riuscire a “vedere “ i punti oscuri del suo paziente e ciò grazie a propri punti oscuri, grazie alla proprie ferite inconsce, che diventano perciò importanti punti di osservazione dell’altro.

Nello stesso tempo accade che grazie al flusso di comunicazione subliminale in atto l’analista viene messo in condizione di comprendere e prendere coscienza di taluni di quei punti oscuri .

La terapia dell’altro perciò diventa per l’analista una occasione irripetibile per ampliare la propria coscienza di sé.

 

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