Mentre miliardi di esseri umani su questo
pianeta chiusi in casa osservano con sgomento il diffondersi della
pandemia, evento di una dimensione sconosciuta alla memoria dell'uomo ed
alla sua storia, gli animali selvatici lentamente riprendono possesso
delle campagne e delle città.
Caprioli attraversano le strade, delfini saltano nell'alto Adriatico ed
entrano nei canali ora limpidi di Venezia, anatre con i loro pulcini
vanno a curiosare dentro un supermercato.
Aironi cinerini dalle grandi ali si
posano tranquilli sui semafori lampeggianti.
Viene da chiedersi se la specie umana non sia un di più su questo
pianeta.
Se non sia stato un errore della evoluzione, errore che potrebbe
risultare fatale alla vita di questa specie e di tutte le altre.
Eppure non è così.
Il pericolo per la vita individuale, per la vita della specie e per la vita delle altre specie è l'individuo, sono la gran massa di individui, la cui coscienza ha sviluppato, loro malgrado, odi più o meno intensi contro se stessi, contro la loro stessa natura e contro la vita.