All’inizio era l’istinto.
Anzi due.
L’istinto genetico che spinge, grazie ai geni appunto, verso la crescita fisica e l’istinto genetico che spinge verso la crescita psichica.
Hanno percorsi diversi.
Il primo sospinge verso la crescita fisica ogni singola cellula dell’organismo.
Il secondo segue la strada della informazione e comincia ad affiorare alla coscienza /pagina bianca del bambino o della bambina
estrovertendosi in qualche modo nei comportamenti della prima o primissima infanzia.
Questo contenuto cerca un passaggio come se fosse un autostoppista.
Cerca un passaggio in qualche modo verso la propria coscienza attraverso la coscienza materna o paterna affinchè da lì, grazie ai
conseguenti comportamenti rappresentativi del genitore, possa attingere la coscienza a specchio, la coscienza percettiva, la quale
grazie ai sensi, percepisce dal mondo reale.
Allo scopo di installare là un germe , una ghianda (come dice Hilmann) , una testa di ponte che consentirà, grazie ad essa e grazie
alla coscienza cognitiva ed a Anima/Animus che faranno da ponte verso e dall’inconscio , l’accesso agli altri contenuti dell’inconscio
necessari allo sviluppo ed alla crescita psichica.
Questo primo germe della crescita ha lo scopo di dare il consenso o negarlo a seconda della configurazione psichica dei membri
dell’ambiente parentale infantile ed al conseguente loro comportamento rispetto a questa primissima manifestazione dell’inconscio
infantile.
E’ possibile (ma si tratta di una congettura come tutto quanto) che questo primo contenuto, così fondamentale, sia una qualche
rappresentazione della sessualità infantile.
Se l’ambiente da il consenso apre la strada ad un qualche possibile sviluppo psichico verso la coscienza del Sé.
Se non lo dà la crescita psichica in quella direzione si ferma là ed inizia la costruzione nella coscienza infantile di costrutti emulativi
rispetto ai modelli parentali dell’ambito.
Inizia cioè da qui la condizione dissociativa.