Può accadere che un certo evento generi nell’individuo una emozione intensa ,un dolore trafiggente.
Le difese della coscienza hanno la funzione di difendere la sua stessa integrità a salvaguardia dell’equilibrio psichico dell’individuo.
A causa della intensità della emozione provocata dalla esperienza vissuta la difesa “si chiude a riccio” cioè attiva le proprie difese impedendo la percezione di quella emozione.
Le difese della coscienza , per inciso, sono l’altro nome delle resistenze al mutamento.
Fino a quando la coscienza non è in grado di recepire la nuova informazione strutturante proveniente dall’inconscio essa oppone a questa istanza di mutamento resistenza.
Fino a quando la coscienza stessa è in grado di assorbire la nuova informazione proveniente dall’inconscio.Fine dell’inciso.
Tornando a prima l’emozione (e molto spesso si tratta di un dolore psichico) non percepita ristagna, a causa di quella difesa della coscienza, nell’inconscio.
Dove peraltro non può ristagnare in eterno senza provocare qualche danno o qualche disagio.
Allora si verifica il fenomeno dello spostamento.
L’individuo vive un altro evento, un’altra esperienza che gli procura la stessa emozione , la stessa sofferenza che la prima esperienza aveva provocato e dalla quale la coscienza si era tenacemente difesa.
La stessa emozione, la stessa sofferenza ma ad un livello di intensità più basso cioè ad un livello più sopportabile dalla coscienza stessa.
Ed allora l’emozione generata dal nuovo evento , dalla nuova esperienza entra nella coscienza e giunge tramite essa alla percezione dell’ego.
L’inconscio si è così liberato da un peso e la vita continua.