Da significati emersi da alcuni sogni parrebbe potersi dedurre quale sia il funzionamento “normale” della psiche non dissociata.
Il processo di funzionamento potrebbe così rappresentarsi (riporto nel processo anche i simboli onirici di riferimento):
La coscienza (al piano di sopra trentasei donne) ==> induce nell’individuo una azione nella realtà sensibile (una delle donne va in strada vestita con abiti ottocenteschi) ==> la quale azione produce una esperienza (la donna va al cinema da sola) ==> (Al ritorno essa si accoppierà con il suo uomo) L’esperienza vissuta , percepita dall’inconscio, si congiunge con il suo significato.
A seguito di questo processo ne subentra un altro:
Nel corso del sonno la funzione onirica va a rappresentare alla coscienza in forma simbolica il significato dell’esperienza vissuta, significato che anche qui si congiunge con la memoria della rappresentazione percepita dalla realtà della esperienza stessa .
Quindi tra coscienza ed inconscio ci sarebbero normalmente due canali di comunicazione:La realtà sensibile da una parte e la funzione onirica dall’altra.
Per cui nella psiche non dissociata ,diciamo così normale, ci sarebbe continuamente un feedback ciclico tra coscienza –realtà sensibile-inconscio –funzione onirica.
Una sorta di continua interazione tra coscienza ed inconscio da una parte tramite la realtà sensibile e dall’altra parte grazie alla funzione onirica.
Grazie a questi canali si inverano ogni volta nella coscienza e nell’inconscio due sigizie, due congiungimenti tra esperienza vissuta ed il suo significato.
Nella psiche dissociata questo processo è invece in tutto od in parte impedito dalla condizione dissociativa tra coscienza ed inconscio cioè dalla carenza o dalla totale mancanza di comunicazione tra i due organi psichici.
L’individuo in questo caso rimarrà per sempre inconsapevole dei significati delle proprie esperienze e quindi in pratica inconsapevole dei significati della propria vita.
E’ questo un vuoto di percezione che continuamente si allarga nel corso dell’esistenza fino a divorare interamente l’esistenza stessa.