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Consideriamo ormai assodato che qualsiasi cosa l’individuo inconscio dica non fa altro che rappresentare simbolicamente (metadire) aspetti della propria psiche e della propria condizione psichica.

E se è per questo anche qualsiasi cosa NON dica.

Ciascuno di noi è “condannato” a comunicare comunque e sempre.

Alcuni poi hanno bisogno di diversi anni e molti miliardi di parole (guarda un po’ questo sito !) per dire tutto quello che hanno da dire.

Gli individui creativi quando scrivono una poesia, un racconto,  una sceneggiatura o dipingono un quadro ecc. non fanno altro che raccontarsi simbolicamente.

Taluni realizzando per di più cose di straordinaria bellezza.

E qui apro una parentesi.

Se io rimanessi stupefatto ed incredulo davanti ad un matematico che scrive con sicurezza su una lavagna come si risolve una equazione differenziale o un integrale complesso i più malevoli penserebbero che io  sono un cretino.

I più benevoli penserebbero invece che non ho ancora sviluppato a sufficienza la mia capacità razionale tanto da comprendere quelle cose di matematica.

Lo stesso accade con la capacità di comprendere i sogni, i simboli, le rappresentazioni simboliche comunque e dovunque vengano rappresentate.

Uno può rimanere stupefatto ed incredulo davanti ad una interpretazione di una qualche rappresentazione, per esempio un film, ma non per questo è un cretino.

Semplicemente non ha ancora sviluppato a sufficienza la propria capacità intuitiva (la sua seconda intelligenza che sta dentro di lui latente e sofferente).

Sulla capacità di comunicazione dell’inconscio e tra inconsci e sulle induzioni subliminali di comportamento c’è un film che ha detto molto.

Come al solito ovviamente simbolicamente.

E passiamo perciò al film intitolato “Il miglio verde” di F. Darabont con Tom Hanks e Michael Duncan..

In questo film c’è (è rappresentato) un personaggio grande e grosso che viene messo a morte pur essendo innocente.

Questo personaggio ha la capacità di comunicare in una sua modalità singolare verso direzioni benefiche.

Il personaggio rappresenta ovviamente il Sé e l’inconscio.

Detto questo se si va a vedere il film (e se ne capisce il senso) si vede come la fantasia non fa che riprodurre in forma simbolica la realtà.

Una realtà sconosciuta ai più non perché essa si nasconda ma perché le condizioni diffuse delle coscienze umane purtroppo impedisce agli individui di capire (e vedere) di sé e degli altri.

Questo incapacità di capire è perché costoro sono ciechi in quanto  sono stati resi ciechi dalle loro resistenze e dalle coartazioni psichiche accecanti delle loro coscienze.

Non bisogna rivolgersi a nessuna setta o religione per liberarsi da quella cecità.

Spetta a ciascuno liberarsi da quelle catene cominciando a capire sé stessi ed i propri sogni.

 

 

 

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