. 

La donna mi dice con insistenza che il suo bambino ha un problema.

Dice che il piccolo , circa otto nove anni di età, mischia continuamente le cose.

Le chiedo di spiegarsi meglio e lei dice il bambino mischia il detersivo con la terra, il riso con i sassolini, le foglie secche con i gusci delle noci o co i pinoli , ecc. ecc..

La donna mi dice che lei cerca continuamente di impedirglielo ma il bambino alla prima occasione ricomincia da capo.

A sentirla così parrebbe quasi che il bambino voglia giocare al piccolo chimico .

Alla insistente domanda della donna su che cosa significhi questo comportamento ripetitivo non azzardo alcuna interpretazione.

Cerco piuttosto di rassicurare la signora e le consiglio di regalare al bambino “Il piccolo chimico” visto che mostra tanta predilezione verso questa specie di sperimentazione.

Dall’atteggiamento materno e dal suo essere investita in maniera così intensa da quel comportamento e dallo stato di ansia che esso con  tutta evidenza le provoca sarei orientato a ritenere che il comportamento del bambino tocca resistenze profonde della signora in quanto esso è portatore di significato, in quanto intensamente significativo.

Pur in possesso di così pochi elementi direi che il bambino ha bisogno di mischiare in sé stesso cose molto diverse.

Di mischiare cioè in sé i contenuti dell’inconscio con i molto diversi contenuti della coscienza .

Non essendogli stati forniti , com’è evidente , dall’ambiente parentale gli strumenti per rendere possibile quella integrazione nella coscienza , per rendere possibile quella fusione , il bambino, spinto dal suo insoddisfatto bisogno di crescita, lo agisce con quella modalità comportamentale.

Lo agisce ripetutamente quasi ad voler dichiarare al suo ambito parentale quel bisogno nello stesso tempo richiedendo insistentemente ad esso i mezzi per poterlo soddisfare.

 

 

 

 

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