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Nel corso di questo lavoro si è osservato che ci sono dei momenti nei quali formulare teorie, ipotesi , congetture e supposizioni , apparentemente di un qualche fondamento scientifico e delle quali era impossibile verificare la fondatezza. era utile al suo prosieguo .
Quindi con audacia che andava ben oltre la temerarietà, sfiorando ed anzi superando l’incoscienza, quelle teorie , supposizioni ecc., sono state formulate.
Consci, si ripete, di non avere di esse nessuna possibilità di verificare l’attendibilità .
Grazie all’esperienza accumulata, si capiva però che sfondare le porte del tradizionale , superare i tetti della ortodossia rendeva possibile un ulteriore avanzamento.
E per questo si è osato.
Continuamente ribadendo e ribadendosi l’assoluta ipoteticità di quelle congetture e supposizioni ed il loro altissimo grado di fallacità.
Il valore di quelle teorie e supposizioni non starebbe perciò nella cosa in sé , chè in questo caso esso potrebbe essere ed in molti casi probabilmente è molto prossimo allo zero, ma bensì nella loro funzione.
Esse vanno considerate come una sorta di “riti di passaggio, riti indispensabili e da affrontare per poter andare avanti.
Una sorta di tributo al bisogno di volutamente violare il consolidato della razionalità diffusa per potere onorare il grande contributo che l’irrazionale poteva donare al proseguimento del lavoro.
E quindi continuiamo e parliamo ora del sistema dei sistemi.
Si può ben pensare che l’individuo sia composto da diversi sistemi omeostatici : Per esempio a livello anatomico, a livello fisiologico , a livello biochimico , a livello atomico, a livello psicofisico.
Ogni mutamento intervenuto in una parte qualsiasi di ciascun sistema muta l’equilibrio omeostatico di esso e mette in moto meccanismi di riequilibrio.
Questi sistemi a loro volta costituiscono tutti insieme un ulteriore sistema omeostatico per cui un qualsiasi mutamento di equilibrio in ciascuno dei sistemi “sottostanti” muta l’equilibrio omeostatico di questo sistema dei sistemi il quale poi a sua volta, a feedback, influenzerà , modificandolo, l’equilibrio dei sistemi “sottostanti”.
L’individuo, la sua specie , l’ambiente naturale o comunque il suo ambito, costituiscono a loro volta dei sistemi a regolazione omeostatica.
E’ noto che l’ambiente orienta e determina l’evoluzione delle specie nonché la regressione o la formazione di nuovi organi o funzioni.
Ovviamente in tempi di durata geologica.
Ma non solo.
Grazie alla trascrittasi inversa l’RNA trascrive le sue informazioni sul DNA modificandolo. E’ questo il modo con il quale presumibilmente l’ambiente può influenzare , modificare ed interagire con il DNA.
E’ ciò non necessariamente in tempi geologici ma anche nell’arco della vita umana.
Un ambiente mentale fortemente ostile ai contenuti istintuali dell’inconscio, ambiente mentale appreso nel corso dell’imprinting infantile, può , attraverso il meccanismo della trascrittasi inversa, intervenire sul codice genetico modificandolo ed azionando, grazie a queste modifiche, azioni patologiche molto severe a livello somatico.
In conseguenza di queste azioni patogeniche il sistema individuo ritroverebbe una sua qualche forma di riequilibrio omeostatico, riequilibrio ovviamente non gradito e non desiderato, riequilibrio che potrebbe peraltro portarlo anche alla morte.
Componente da considerarsi essa pure parte di quella necessità di riequilibrio.