Coloro che posseggono una qualche capacità creativa ogni qualvolta  il verso di una poesia, la trama di un racconto, una immagine da dipingere , un accordo di note ecc. affiori spontaneamente alla loro coscienza non gridano al miracolo e non pensano nemmeno lontanamente che un qualche dio ha parlato loro.

Si limitano a trascrivere la loro ispirazione creativa spontanea sulla carta , sulla tela , o sulla carta da musica continuamente arricchendola via via che la loro creatività glielo consente.

Coloro i quali hanno sviluppato una qualche capacità intuitiva ogni qualvolta un insight, cioè una intuizione che  spontaneamente affiora alla loro coscienza, insight  che consente loro di interpretare un sogno,  un simbolo ,  un comportamento ecc. , non gridano al miracolo né pensano che “quella voce dal sen sfuggita” sia la voce di un qualche dio.

Sta però di fatto che l’intuizione spontanea per coloro che hanno capacità intuitiva viene sicuramente percepita come una “verità rivelata”.

Sia che riguardi una interpretazione onirica sia che si tratti di una qualche intuizione circa il funzionamento della psiche quell’affioramento spontaneo alla coscienza assume appunto per l’interessato la veste di “verità rivelata”.

Si tratta beninteso non di una verità assoluta buona per tutti ma di una verità assoluta buona solo per colui che quella intuizione ha vissuto.

Verità  assoluta e verità rivelata valide solo fino alla prossima intuizione che la precedente smentisca e  superi .

E questo vale ovviamente per ogni riga e per ogni pagina che compongono questo lavoro.

Colui che credesse di essere venuto , grazie alla sua capacità intuitiva, di una qualche verità rivelata di valore assoluto e che come tale tenti di spacciarla anche ad altri non è un genio ma un individuo affetto da una forma molto insidiosa di hybris.

 

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