Avendo risolti i conflitti che paralizzavano la coscienza e quindi la psiche, la “stupida macchinetta”, la coscienza, si prende la sua rivincita.
Se ne incarica naturalmente l’inconscio che con due o tre sogni si incarica di far rilevare quanto essenziale ed importante sia la coscienza per
l’individuo.
Per quanto la coscienza possa essere deviante e dissociata rispetto alla coscienza del Sé, alla coscienza di sé stessi, essa è comunque la
funzione più importante e centrale della specie umana.
Senza coscienza non esiste umano.
Senza coscienza esiste solo un corpo vivente in una condizione vegetativa.
Senza coscienza non esistono emozioni, sentimenti, umanità, funzione egotica.
Una condizione che nello stato di patologia è assolutamente orribile ma che nella condizione normale si sperimenta ogni giorno a partire
dal momento di addormentarsi.
Nel sonno la coscienza si spegne ed il corpo vive le proprie funzioni biologiche di sopravvivenza senza che l’ego ne abbia, appunto, coscienza.
In questo stato l’inconscio accende, durante il sonno, un barlume che chiamiamo sogno.
Tutti sappiamo cosa sia il sonno , cosa sia il dormire, eppure nessuno ha mai fatto esperienza dello stato di sonno.
E ciò in quanto durante il sonno, come si è detto, la coscienza è spenta e non può perciò registrare questa specifica e peculiare esperienza di vita.
Tuttavia l’inconscio, talora, grazie a qualche sogno rappresenta all’ego l’esperienza del dormire , l’esperienza cioè di essere senza coscienza .
La rappresenta naturalmente a suo modo rappresentando quella esperienza in forma simbolica.
Con l’aggiunta, per rendere più efficace la rappresentazione, di quel codazzo di terribile angoscia che la perdita della coscienza porta con sé.