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I due riferimenti che alimentano il complesso di castrazione sono due elementi complessi .
I due totem si proiettano di solito sull’altro/a e queste proiezioni fanno agire l’individuo altro/a , target di quelle proiezioni, nel senso “desiderato” .
Ciò in quanto quelle proiezioni interagiscono con i complessi di castrazione dell’altro/a azionando comportamenti particolari verso l’individuo inconsapevole il cui inconscio di quelle proiezioni è fonte.
Uno dei due totem è sostenuto dall’amore e dal rifiuto mentre l’altro è sostenuto dal legame di sangue e dal disprezzo.
E quelle proiezioni anche questi componenti vanno a rappresentare.
E’ lampante che il primo richiama l’amore verso la figura materna (o paterna) ed il suo rifiuto bruciante .
Amore verso quella figura da parte dei primissimi contenuti , se non dal primo contenuto inconscio istintuale , affiorante alla coscienza infantile.
E tanto più bruciante e doloroso perciò l’aver ricevuto quel rifiuto.
Il secondo totem riguarda il legame di sangue verso quella figura ed il disprezzo con il quale quel rifiuto veniva sostenuto e vivificato.
Il dis-prezzare è uno svalutare con disgusto, con sprezzo , con disdegno e disistima, con biasimo e svilimento, con noncuranza ed indifferenza , con sufficienza ed altezzosità , con alterigia e cinismo.
Laddove quindi c’è rifiuto e disprezzo dell’altro o dell’altra per il colore della sua pelle, per la sua religione ,per le sue credenze , per le sue ideologie , per le sue idee, per la sua etnia , per la sua lingua , per il suo status sociale, per le sue preferenze sessuali, per il suo luogo di nascita e via elencando là ci sono i sintomi del complesso di castrazione che agita e muove l’individuo.
Non devianza del pensiero ma sintomi di una psicopatia severa .
Ciò che è fuori dalla coscienza (in quanto emarginato nell’inconscio) viene considerato dalla coscienza stessa come qualcosa di non umano e quindi da disprezzare.
Inoltre se la coscienza non ha mai conosciuto l’amore essa può considerare la barbarie (che è nella sua esperienza) come cosa umana e considerare l’amore come cosa disprezzabile.
Al disprezzo può associarsi l’odio che si rivolge verso ciò che si più teme e verso cui ci si crede impotenti.
Il disprezzo è talora peggiore dell’odio perché è rivolto contro chi non si ritiene nemmeno degno di essere odiato.