La casa , porte e finestre sempre aperte , era un continuo ribollio.

Il vento entrava ed usciva da tutte le parti e le grandi  tende erano continuamente agitate.

Si gonfiavano e si sgonfiavano seguendo il corso della Natura.

Al mattino si gonfiavano le tende del lato orientale della casa e il profumo del mare invadeva l’aria.

Cianca svegliato da quegli aromi, si sentivano le alghe ed il profumo del pesce guizzante ed il profumo della sabbia bagnata, si sedeva sul letto, si stiracchiava e si preparava alla sua giornata.

Lui ben sapeva che quel vento così profumato ed impetuoso avrebbe portato novità.

Ed infatti appena cessata la folata una moltitudine di anime cominciavano a svolazzare qua e là come tanti uccelli nel cielo.

Anime di tutti i tipi, alcun conosciute ed altre sconosciute.

A tutte Cianca parlava e si informava delle cose nuove che esse portavano in casa.

Tutte si affollavano per dire di sé e tutte venivano pazientemente ascoltate.

La sera il vento entrava in casa da ponente e anche da quella parte le grandi tende si sollevavano come enormi vele e le anime da esso sospinte lasciavano con rimpianto  la casa.

Scianca le salutava amorevolmente una ad una e gridava loro arrivederci , mentre quelle uscivano dalla porta e dalle tante finestre .

Nella pace della sera Cianca si sedeva al suo scrittoio e scriveva su un piccolo libricino con una sua calligrafia minuta ed elegante.

La mattina dopo il vento ripigliava da oriente e tutto ricominciava daccapo.

All’aria di primavera seguiva il caldo dell’estate e poi l’autunno.

In quei giorni foglie secche entravano a folate insieme alle anime che se le scrollavano di dosso infastidite.

Poi veniva l’inverno e le anime entravano al mattino infreddolite inseguite dai fiocchi di neve.

Poi veniva ancora la primavera e poi l’estate e così via.

Anno dopo anno.

Cianca ogni sera continuava con la sua scrittura minuta a scrivere sul suo libricino e si accorgeva giorno dopo giorno che erano più le pagine che aveva scritto che quelle che gli restavano da scrivere.

Finchè inevitabilmente un sera scrisse ciò che doveva scrivere sull’ultima pagina e sull’ultima riga del suo libricino.

Allora si alzò . stiracchiò la schiena e chiuse dopo tanti anni tutte le porte e  tutte le finestre della sua casa .

Al mattino il vento come al solito si avventò sulle lastre .

Cianca aprì le tende ed allargò   le braccia in segno di scuse verso le tante anime che si affollavano dietro ai vetri , incredule .

Sorrise loro  amabilmente facendo loro capire che la sua casa sarebbe sempre stata aperta per loro tutte le volte che di loro ci sarebbe stato bisogno e chiuse le tende.

E le anime compresero allora che il loro lavoro là era finito  e si diressero da un’altra parte.

 

 

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