Da quando faccio questo lavoro, e da qualche anno ormai, non ho più voglia di leggere.
Prima erano pile di libri dappertutto, librerie strapiene e sempre insufficienti, pertugi con libri più piccoli e talora pile che si rovesciavano rovinosamente.
Da qualche anno come ho detto non ho più voglia di leggere e dapprima la cosa un po’ mi è dispiaciuta.
Ogni tanto compro un titolo che mi interessa  e resta là. Oppure scarico qualche ebook e rimane inutilizzato  nel tablet.
Ora lentamente affiora una idea o meglio affiora “u pinsiero che s’ammatura”, come dicono i miei amici napoletani..
(Apro un inciso:I dialetti hanno storie più antiche delle lingue nazionali e perciò hanno radici più profonde e colgono perciò più esperienze , più 
culture , più vita.
‘O pensiero che s’ammatura” dice molto di più di “ho avuto una idea”.
Dice di una pensiero profondo che lentamente si matura e si forma vieppiù nel profondo dell’inconscio e via via che matura si avvicina lentamente 
verso la soglia della coscienza .
Finchè un giorno esso finalmente affiora alla coscienza e diventa il più algido: “mi è venuta una idea”.Chiuso l’inciso).
Continuando il rapporto con l’inconscio si forma una tipologia di cultura diversa.
Si lascia poco alla volta la cultura della parola, la cultura della letteratura e si va incontro ad una nuova cultura , la cultura per immagini.
Che si tratti di immagini reali o immagini simboliche questa nuova cultura va a sostituire quella di prima che ora si percepisce come obsoleta, troppo
 leggera , troppo poco significativa.
Oppure ancora significativa ma che ha bisogno di troppe parole, quale che sia il suo linguaggio, per esprimere un minimo di significato.
Vuoi mettere con la quantità di significato che con soli due o tre simboli esprime un sogno ?.
Una nuova cultura almeno per me ma invece una cultura per molti attualissima.
L’informazione digitale ha fatto presa immediatamente sulle menti giovani e la cultura per immagini ha avuta una diffusione esplosiva.
Perfino la medicina con le neuroscienze,e non solo,  ha inventato e scoperto una medicina per immagini.
Le menti giovani si sono impossessati subito di questa nuova cultura e la cultura delle parole fa più fatica ad affermarsi in esse.
La cosa non sorprende più di tanto.
Il cervello è attrezzo digitale e la cultura delle immagini è cultura digitale.
Come stupirsi di questa subitanea sintonia, di questo esplosivo riconoscersi tra lo strumento e la sua forma di espressione preferita che utilizza
 il suo unico possibile linguaggio !.
E sospetto che anche i sogni , nel sonno della coscienza, siano espressione di quella digitalità, di quel linguaggio digitale.
Espressione della sua immensa capacità di rappresentazione e di sintesi. 
Solo l’espressione artistica con il linguaggio della pittura, della scultura e della poesia ha simile capacità di esprimere con relativamente poco tanto
 o tantissimo.
Linguaggi essi pure linguaggi per immagini, intensamente simboliche.
 

 

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