Per capire le cose in psicoanalisi occorrono sostanzialmente due cose:l’esperienza connessa e l’intuizione.

Del transfert e controtransfert parlano molto i testi.

Avendone vissuto più volte l’esperienza sono in grado ora di scriverne.

Il transfert è l’attivazione di un canale di comunicazione subliminale tra l’inconscio dell’osservatore e quello di soggetto osservato o , più professionalmente , tra l’inconscio dell’analista e quello del paziente.

Il controtransfert è lo stesso o altro similare canale nel quale l’informazione viaggia nella direzione opposta.

Quando nel corso del dialogo tra i due soggetti si attivano i due canali informazioni dall’inconscio del soggetto viaggiano fino all’inconscio dell’osservatore e viceversa.

Essi (i significati inconsci alla sua coscienza e che questa coscienza tenacemente rifiuta e rinnega) vengono assunti alla comprensione ed alla coscienza dell’osservatore e da qui “in altra forma” passano alla coscienza del soggetto osservato , mutandola.

Si instaura cioè con il transfert ed il controtransfert un vero e proprio circuito di comunicazione che nei casi di coscienze dissociate (praticamente quasi sempre) è quasi la totalità dell’azione terapeutica.

I canali tran ferali creano un reciproca dipendenza tra l’osservatore e l’osservato.

Nel corso della terapia lo stesso processo (ed i relativi sogni) si incarica di individuare il momento in cui, attraverso l’interpretazione del transfert e del controtransfert (e quindi delle imago che l’analista proietta sul paziente e viceversa) , inizia il momento della fine della reciproca dipendenza e quindi della fine della terapia.

 

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