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Succede talora che percorrendo una qualche strada si incontri lungo il suo bordo un piccolo cane che corre , la lingua di fuori, negli occhi il terrore , lo sgomento, la disperazione, il dolore.
Si capisce subito che è un cagnetto che un disumano padrone ha abbandonato.
E mentre lo si guarda, indeciso sulla direzione da prendere e tremando per lui viste le tante auto che lo sfiorano pericolosamente , potrebbe succedere che di colpo ci si stupisce accorgendoci che quel dolore, quello sgomento, quella disperazione non ci sono estranei ma anzi ci appartengono.
Quei sentimenti, che pur sono del piccolo animale spaurito, sono però anche del bambino abbandonato fin dall’inizio della strada della crescita , sono la sofferenza del suo piccolo Sé lasciato solo nel buio dell’inconscio e lontano dalla luce della coscienza.
Quei sentimenti , dolore , sgomento e disperazione, dai quali la piccola coscienza ha a suo tempo difeso sé stessa e la percezione dell’ego .
Ha difeso essa così la propria integrità e la salute mentale del bambino che di quell’abbandono avrà modo con il tempo di soffrire tutte le conseguenze.