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Le esperienze che nel corso dell’imprinting infantile o comunque nel corso della infanzia hanno operato negativamente sul processo di crescita psichica fino a bloccarlo sono state a suo tempo accompagnate da più o meno intense sofferenze ed emozioni che la coscienza infantile , per difendere da esse l’individuo e sé stessa , ha accuratamente e profondamente rimosso.
Quando da adulti, nel corso di un processo di crescita, si prende via via coscienza di quelle esperienze negative le sofferenze e le emozioni che ad esse erano originariamente connesse affiorano ora ad una coscienza già cresciuta, grazie a quel processo, e che perciò ora è in grado di sopportarle e di farle vivere e percepire all’adulto.
Non è di solito una esperienza emotivamente piacevole, anzi può rivelarsi con sintomatologie alquanto dolorose.
Per un certo verso è come se con queste sofferenze l’individuo pagasse un debito contratto con sé stesso , un debito rimasto in sospeso ed inevaso per parecchi anni o decenni, e che ora, al momento giusto (giusto in molti sensi) , è venuto il momento di pagare.
Si chiude così, a distanza di molti anni , una specie di ciclo omeostatico attivatosi nell’infanzia e che si conclude ora nell’età adulta.