Tanto per amore di discussione e senza voler dare a ciò alcuna valenza scientifica ipotizziamo che nel cervello umano esistano due forme di memoria.
Sempre per amore di discussione ipotizziamo che il cervelletto gestisca una memoria di tipo sequenziale.
Cioè tutte le esperienze vissute vengono archiviate in ordine cronologico seguendo l’ordine di accadimento: l’esperienza A1 nel giorno N, l’esperienza A2 nel giorno N+1……, l’esperienza An nel giorno N+n, ecc.
Nel corso del processo di crescita i sogni continuamente propongono i termini opposti dello stesso argomento: per esempio i termini opposti dello stesso conflitto, i termini opposti dello stesso tipo di esperienza (l’inizio e la fine di una esperienza affettiva) , i termini opposti di una intera esistenza (per esempio il trauma della nascita e l’evento vissuto ieri sera).
Questi termini opposti parrebbero venire memorizzati nello stesso simbolo che perciò non solo li rappresenta entrambi ma che serve anche a rappresentare l’intera tipologia di esperienza racchiusa tra i due termini.
E’ possibile che attraverso un processo di memorizzazione ad albero rovesciato la neocorteccia prenda così coscienza della intera esperienza vissuta (sia sensoriale che interiore) acquisendo informazioni attraverso il processo onirico che di fatto trasferisce il senso della esperienza vissuta dal cervelletto (memoria di tipo sequenziale/cronologica) alla neocorteccia (memoria ad albero di tipo simbolica).
La memoria neocorticale ad albero rovesciato sarebbe in qualche modo simile al sistema delle directory utilizzato dai sistemi operativi del computer.
Una directory di basso livello racchiude i file dello stesso tipo; una directory di ordine superiore racchiude le directory dello stesso programma; una directory di ordine ancora superiore racchiude le directory di tutti i programmi del computer; ecc.
Nella memoria neocorticale quindi l’intera esperienza sensoriale ed interiore vissuta va così infine ad occupare spazi ridottissimi (al limite un solo simbolo va a rappresentare l’intera vita dell’individuo).
Mentre la gestione dell’esperienza effettuata dal cervelletto (probabilmente una memoria di tipo analogico) è assolutamente simile a quella degli animali superiori dotati di S.N.C. sviluppato (e quindi solo la presenza dell’ego, del senso di identità, distinguerebbe l’essere umano inconscio dagli altri animali superiori) la presa di coscienza di sé investendo la memoria neocorticale opererebbe una distinzione profondissima tra umano ed animale (il quale per quello che se ne sa non ha coscienza di sé in quanto non dotato di neocorteccia sviluppata).
Ed insieme la presa di coscienza dell’animale superiore che ciascuno è creerebbe un legame intensissimo e profondissimo tra uomo e vivente , quale che esso sia.