La percezione sensoriale è il frutto del funzionamento degli organi di senso la cui anatomia (incudine ,martelletto, terminali nervosi, coni e barrette , ciglia e papille e non so cos’altro) è ampiamente descritta in ogni libro di anatomia e fisiologia .
I quali descrivono con dovizia di particolari la formazione ed il funzionamento di ciascun organo di senso.
Quello che questi testi forse non dicono è che questi attrezzi hardware sono gestiti da un software il quale risiede nella coscienza, sw il quale la percezione di questi sensi rispetto all’ego fortemente condiziona, impedisce o distorce.
La configurazione di quella parte di coscienza che gestisce i sensi (nel corso di questo lavoro definita come coscienza a specchio, coscienza sensoriale, coscienza percettiva ,ecc.) dipende dalle esperienze soprattutto infantili vissute dall’individuo.
La distorsione della percezione implica numerosi e svariati fenomeni percettivi i quali possono ben definirsi allucinatori in quanto non hanno una radice patologica nell’organismo.
L’individuo soffre una quantità di sintomi e di disturbi organici rispetto ai quali ogni tipo di analisi o di esame clinico non trova riscontri.
L’opposto della percezione allucinatoria di sé è l’assenza di percezione.
In questo caso la coscienza non segnala all’ego le sensazioni conseguenti ad una qualche reale disfunzione organica la quale essendo perciò asintomatica può aggravarsi senza alcuna possibilità di terapia.
La sintomatologia , quella percepita e quella non percepita è , com’è ovvio, una rappresentazione di una qualche problematica psichica inconscia e di essa metadice essendo portatrice di significato.
Interpretando il sintomo in un quadro di interazione più ampio è possibile comprenderne il senso ed esso diventa allora non solo elemento di disturbo individuale ma ausilio prezioso alla terapia.