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La rappresentazione (nei sogni, nei comportamenti, nelle proiezioni, nei sintomi, nei sentimenti e nelle emozioni, negli eventi e nelle idee) sono la modalità , il linguaggio con il quale i contenuti istintuali dell’inconscio tentano di comunicare con la coscienza dell’individuo allo scopo di potere portare nella coscienza stessa i tanti significati che quelle rappresentazioni veicolano.

In mancanza di capacità intuitiva quelle rappresentazioni rimangono di solito lettera morta e ciascuna di esse fallisce lo scopo per il quale è stata prodotta.
L’intuizione ,il prodotto della funzione intuizione, è la funzione di mediazione e di trasduzione tra quei contenuti inconsci (che continuamente in molti modi diversi rappresentano i loro significati) e la coscienza cioè  tra i simboli ed il loro significato.

Il fallimento pressoché generalizzato della funzione di mediazione della intuizione (a causa del mancato o scarso sviluppo di essa nella coscienza individuale) ha creato un pressoché totale e diffuso disinteresse nei confronti di quel linguaggio rappresentativo tanto da non essere più , a livello di massa, considerato come un linguaggio che esprime qualcosa.

Anche la produzione artistica (pittura, cinematografia , scultura, poesia , ecc.) tenta di assolvere ad una funzione che la coscienza non è in grado di assolvere.

Il linguaggio della rappresentazione è perciò una  lingua incomprensibile e che perciò è inutile cercare di capire.

La diffusione di tutto ciò ha e non potrebbe non avere un riflesso nei comportamenti collettivi.

La democrazia vive di rappresentatività.

Una serie di strumenti di mediazione si sono strutturati nel corso dei secoli per mediare tra volontà popolare e potere , tra i bisogni della collettività e il loro soddisfacimento.

Se però questa funzione viene lentamente abbandonata e la rappresentatività non riesce più ad assolvere la finalità per la quale esiste e se dall’altra parte i rappresentanti del popolo falliscono nella loro funzione nasce il bisogno di un rapporto diretto tra volontà popolare e potere.

Quasi tutte le dittature hanno approfittato di questo bisogno collettivo per imporre un leader più o meno carismatico soddisfacendo , apparentemente, a quel bisogno.

E di solito peggiorando e di molto i problemi di prima.

Se i contenuti inconsci sovraccarichi di energia/libido non riescono a soddisfare i propri bisogni di integrazione nella coscienza uno dei risultati possibili è la psicosi.

Quei contenuti cioè cominciano a “fare da soli” e cercano un varco per forzare  o addirittura per sfondare le resistenze della coscienza.

Senza alcuna mediazione essi generano in questo modo psicopatie severissime.

Lo stesso accade con la crisi della rappresentatività.

E le dittature, con il loro strascico spesso spaventoso di crudeltà ed efferatezze,  sono  esattamente una specie di degenerazione di tipo psicotico prodotta dalla incapacità della rappresentatività di assolvere alle proprie funzioni.

 

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