Ipotizziamo per pura comodità dialettica che il bambino alla nascita sia composto da due parti:il bambino/inconscio ed il bambino coscienza.
Il secondo praticamente ancora non esiste o esiste allo stato embrionale in quanto la coscienza è in stato embrionale e neurologicamente in formazione.
Vive , per così dire, solamente il bambino/inconscio.
Il quale ha la capacità di percepire tutte le emozioni, i sentimenti e le sensazioni che l’ambiente esterno , nel bene o nel male, gli infligge.
Il bambino/coscienza non è in condizione di trasformare ciò che il bambino/inconscio pur ha vissuto nelle sue primitive esperienze nelle corrispondente emozioni, sentimenti, sensazioni.
Sia perché la coscienza è in condizione assolutamente embrionale ed in fase formativa dal punto di vista neurologico sia perché la parte di coscienza già formata si difende, rimuovendole per cautela , quelle parti di emozioni, ecc. che non sarebbe in grado di elaborare e far percepire al bambino senza danni psichici.
Quelle emozioni, sentimenti, sensazioni vissute dal bambino/inconscio ma non percepite dal bambino/coscienza rimangono nell’inconscio ed hanno comunque bisogno di subire quel processo di trasformazione prodotto dalle funzioni della coscienza affinchè esse possano giungere alla percezione dell’ego.
E’ possibile che tutte quelle emozioni , ecc., non percepite nella prima e primissima infanzia, nel corso della vita dell’adolescente e dell’adulto si somatizzino in varie forme sintomatiche e/o comportamentali.