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Il gatto cammina in equilibrio precario sulla ringhiera del balcone mette una zampa in falla e casca giù.
La veterinaria lo visita, è tutto ok , per fortuna non c’è niente di rotto, pericolo scampato.
Passa un mese stessa scena stessa caduta.
La veterinaria scuote la testa: “Non imparano mai !”.
Per inciso: Se il gatto casca da una certa altezza (fino ad un certo punto) ed ha il tempo di ruotare il corpo ed atterrare sulle quattro zampe di solito si salva.
Se casca da una altezza inferiore rispetto a quella e non fa in tempo a compiere tutta la rotazione ed atterra sbattendo il muso o la testa o parte del corpo muore.
Uno scoiattolo mangia qualcosa in mezzo alla strada.
Arriva una macchina la quale rallenta per non investirlo. Lo scoiattolo si fa prendere dal panico e corre verso il centro della macchina anzichè verso il bordo strada.
La macchina per fortuna si ferma e lui si salva.
Passo il giorno dopo e nello stesso punto della strada c’è uno scoiattolo, presumibilmente lo stesso povero scoiattolo, morto schiacciato da un auto.
Anche gli scoiattoli a quanto pare “non imparano mai”.
Ma l’uomo impara dai propri errori ?.
Durante l’imprinting infantile la coscienza anziché assumere informazioni/significati dal proprio inconscio costruendo così in sè stessa l’immagine del proprio Sé viene indotta , erroneamente, dall’ambito parentale infantile ad assumere informazioni da tale ambito costruendo così in sé stessa una falsa immagine di sé.
Per comodità linguistica definiamo ciò: L’errore della coscienza.
L’individuo a causa di questo errore della sua coscienza (del quale egli è assolutamente incolpevole ed inconsapevole) di esso soffrirà le conseguenze per tutta la sua vita.
Fino a quando, disperato per la sofferenza che la sua condizione psichica gli induce , non deciderà di andare in terapia analitica per correggere quell’errore.
Quindi è l’ego , la funzione egotica, ad essere in grado di decidere se correggere o meno gli errori della propria coscienza.
E’ l’ego ,la funzione egotica che è in grado di trarre esperienza dai propri errori (dagli errori della propria coscienza) allo scopo di por loro rimedio .
E’ l’ego , la funzione egotica che può decidere di imparare qualcosa di diverso (di far imparare qualcosa di diverso alla propria coscienza) per correggere quegli errori.
Ciò in quanto se l’ego aspetta che la coscienza da sola corregga i suoi stessi errori può stare fresco.
La coscienza , al massimo , può strutturare adattamenti compensativi per tentare come può di porre una pezza , ai fini della sopravvivenza, a quegli errori.
Ma non può nè curarli e né guarirli.
La differenza tra gli esseri umani e gli altri animali è perciò dal punto di vista psichico una sola :La funzione egotica, l’ego.
La quale nella psiche animale, a quanto appare , non è presente , non si è ancora sviluppata , non si è ancora evoluta (con qualche eccezione forse , seppur in fase embrionale, in talune specie di Primati) per cui l’animale non è in grado di trarre esperienza dai propri errori.
Come diceva la veterinaria :”Non imparano mai”.