Di lui ho già scritto.
E’ un grosso maschio sterilizzato e cieco dall’occhio sinistro.
E’ estremamente affettuoso e cerca sempre di venire sulle ginocchia per dormirci sopra.
Ha una tosse di catarro che lo squassa più volte al giorno.
Vani i tentativi di portarlo dal veterinario.
Appena vede il trasportino dimentica di essere un gatto e diventa una belva feroce.
Dopo vari tentativi finalmente trovo un veterinario che si convince a darmi i farmaci per il gatto.
Complice il fatto sia che il gatto non può essere trasportato da lui sia per le varie limitazioni imposte dalle contingenze in corso.
Antibiotico e un cortisonico per qualche giorno ed il gatto smette di tossire.
E non solo.
Non appena guarito dalla tosse Ombrino sembra aver riconquistato la sua autonomia.
Esce più spesso in giro per i campi ed è diventato molto meno “appiccicoso” di quanto non fosse prima.
Questo episodio può insegnarci qualcosa?.
Come prima cosa ci dice una cosa assolutamente ovvia.
La patologia (che sia di un gatto o che sia di un essere umano) crea di per sé dipendenza .
Sarà dipendenza da farmaci , sarà dipendenza dai medici e così via.
La patologia della coscienza non è di solito visibile a tutti.
Che si tratti di condizione dissociativa o di complesso di castrazione se ne può accorgere solo uno che ne capisce.
Benchè non visibile quella patologia mentale crea però egualmente dipendenza .
E questa dipendenza nel maschio si chiama complesso materno e nella femmina complesso paterno.
La mancata crescita psichica che ha generato quella patologia induce automaticamente la coscienza a cercare un appoggio un sostegno in un qualche sostituto della figura materna o paterna.
Sarà il partner, sarà la partner, sarà il marito o la moglie sta di fatto che quella dipendenza si aggrappa a queste figure.
E fino a quando la condizione psichica rimane immutata quei complessi rimangono attivi e vitalissimi.
Quando invece il processo di crescita comincia a svilupparsi quelle dipendenze cominciano ad allentarsi fino al momento in cui , a processo di crescita praticamente concluso, i relativi complessi recedono e scompaiono.