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L’imprinting infantile che ostacola o addirittura impedisce ogni possibilità di crescita psichica (in questo caso si può parlare di complesso di castrazione) nel bambino e nell’adolescente costruisce nella coscienza , sulla base delle diverse e ripetitive esperienze infantili , una quantità di costrutti corrispondenti a quelle esperienze .
Questi costrutti occuperanno la coscienza a specchio e di fatto diventano la coscienza del falso sé.
Successivamente essi sprofonderanno via via nei vari livelli della psiche fino a radicarsi nell’inconscio il quale fornirà loro alimento energetico perpetuandone così l’esistenza.
Tutto ciò determinerà pesantemente il corso della vita dell’individuo nei suoi comportamenti, nella sua ideazione e nella sua capacità ideativa , nei suoi sentimenti, nella sua visione del mondo, ecc.
Nel corso del processo di crescita, in consapevolezza o meno, l’individuo prenderà via via coscienza dei significati veicolati dalle sue esperienze vissute, soprattutto nell’infanzia , nonché dei tanti significati , veicolati dai sogni, necessari per costruire nella sua coscienza l’immagine del suo Sé, del suo essere reale a suo tempo negato da quell’imprinting distorto.
Ad un certo punto però si manifesteranno nell’individuo dei sintomi psicosomatici che avranno la funzione di rappresentare all’individuo stesso (che peraltro li aveva già vissuti sulla sua pelle nella loro realtà di vita) ma soprattutto alla sua coscienza a specchio le conseguenze negative che quell’imprinting distorto o ostile avevano avuto nella vita dell’individuo.
Questo quadro sintomatologico, che potrà essere anche molto complesso ed articolato, rappresenterà simbolicamente a quella coscienza, che percepirà questa rappresentazione attraverso i sensi, le pesanti conseguenze ed effetti generati dai costrutti insediati a suo tempo da quell’imprinting della quale la coscienza a specchio è la prima e gelosa custode.
A questo punto si genererà in essa una specie di cortocircuito tra causa antica ed effetto conseguente.