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Diventare coscienti di Sé non elimina le proiezioni sugli oggetti della realtà ed ogni passaggio di stato dall’inconscio alla coscienza viene accompagnato dal transito del corrispondente referente simbolico da un oggetto ad un altro nella realtà stessa.

Questo per sottolineare quanto forte sia il legame dei contenuti psichici, coscienti o inconsci che essi siano, con la realtà del mondo.

Del resto nessuno ha mai sostenuto che la psiche umana (e lo stesso vale per quella animale) fosse una fortezza circondata da alte mura.

Anzi proprio in ciò c’è la patologia: La patologia della coscienza dissociata che è referente solo a sé stessa mentre il corrispondente inconscio ed i suoi contenuti istintuali sovraccarichi dilagano sugli oggetti della realtà, animandoli “agli occhi ciechi” di quella coscienza.

E per gli individui, spinti e sospinti, da coscienze di tal fatta la realtà è animata contro o a favore di loro stessi esattamente come lo era per gli uomini e le donne del medioevo, per gli uomini e le donne delle società animiste, per gli uomini e le donne dell’antica Grecia o dell’antica Roma, ecc..

Ciò in quanto costoro non sono capaci, la loro coscienza non è capace, di riconoscere in quegli oggetti reali il contenuto simbolico che li accompagna e come essa non possa vedere (e perciò stravede) ed accompagni con il suo essere l’animazione dinamica dei propri contenuti istintuali inconsci proiettata sull’oggetto

                                           (scritto il 14/1/24)

 

 

 

 

 

 


 

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