29/3/10

Due soggetti psichici.

Non so se a qualcuno è mai successo che nel corso del sonno di volersi svegliare, di lottare tra sé e sé per cercare di svegliarsi e invece di non riuscirci. Fino a quando con  un sforzo più intenso, quasi uno strappo o una spallata tutta mentale, si riesce a risvegliarsi.

Non senza una qualche punta di angoscia per lo strano fenomeno vissuto.

E’ successo che l’ego e la sua volontà vogliono risvegliarsi mentre invece la coscienza è ancora profondamente addormentata cioè spenta.

Per cui non può esercitare l’azione (il risvegliarsi) che l’ego e la sua volontà le chiedono insistentemente di eseguire.

Fino a quando, insistendo,  lo sforzo della volontà riesce a raggiungere il suo scopo.

Chi ha vissuto questo fenomeno ha avuto l’opportunità di rendersi conto della esistenza nella sua psiche, e perciò nella psiche umana, di due ben distinti soggetti psichici: l’ego e la coscienza.

Ha avuto la sensazione di un ego “incapsulato” in una bolla inerte che non reagisce agli sforzi esercitati su di essa.

Ha potuto rendersi che non è possibile l’esercizio della volontà dell’ego se la coscienza non è in condizione di trasformarla in azione.

Nel caso in specie questa impossibilità è determinata dal fatto che la coscienza è profondamente dormiente e perciò spenta, inattiva.

Per cui lo sforzo nel cercare di risvegliarsi è esattamente come lo sforzo per cercare di accendere un computer che per un qualche motivo non si riesce ad accendere.

Si capisce allora perché, nella condizione dissociativa, l’individuo vorrebbe fare certe cose che invece non riesce  a fare e non vorrebbe fare delle cose che invece continuamente fa.

Si capisce cosa significhi l’alterità della coscienza (più propriamente della sua configurazione così come strutturatasi nella infanzia) rispetto non solo  all’ego ma bensì rispetto all’intero individuo.

Una coscienza dissociata e castrante non è in grado, a causa della sua condizione di ostilità rispetto al Sé, di portare ad attuazione ciò che l’individuo desidererebbe e vorrebbe.

Essa invece a sua volta agisce autonomamente contro i bisogni , i desideri, gli interessi e la salute dell’individuo (basti pensare alle patologie psicosomatiche).

 

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