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Se in un ambiente si sente un nuovo odore , un odore che prima non c’era, lo si nota subito.

Dopo un po’, pur quell’odore permanendo, non ci si fa più caso.

La coscienza percettiva, la coscienza che elabora i segnali che le pervengono dagli organi di senso, è molto attenta  a rilevare ogni mutamento rispetto allo status quo.

Ma quando il mutamento stesso dopo un poco si stabilizza e diventa esso stesso parte dello status quo la coscienza percettiva non invia più segnali all’ego .

L’odore pur permanendo nell’ambiente non viene più percepito.

Ciò che è accaduto in realtà è che la coscienza ha strutturato un nuovo adattamento rispetto alla nuova condizione ambientale e quindi ciò che prima era nuovo ora è diventato consueto.

Lo stesso accade con gli altri sensi .

Perfino con la vista che ci fa notare immediatamente, non appena ci appare, un magnifico panorama  che dopo qualche minuto o dopo qualche ora ignoriamo completamente.

Questa specializzazione della coscienza percettiva opera ovviamente anche nei confronti dei contenuti istintuali dell’inconscio ogni volta che qualcuno di essi tenta di affiorare.

In questo la coscienza percettiva è particolarmente occhiuta (nel rilevare e poi  rimuovere) tanto che si può ben pensare che in realtà questa sua caratteristica non sia altro che una difesa della coscienza stessa rispetto al suo status quo.

Ciò in quanto , in mancanza di strumenti adeguati rispetto ad ogni sua modificazione,  tale status viene considerato dalla coscienza stessa immutabile anzi perenne (ed, è sottinteso, assolutamente perfetto nelle condizioni date  per quanto possa essere tragica la condizione psichica dell’individuo).

 

 

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