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”All’inizio era il verbo”.
Oppure:
“Egli era in principio presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di lui ,e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste” ,(Libro dell’Apocalisse).
Subito dopo la nascita nell’inconscio del bambino/a comincia a maturare in qualche modo uno dei primi contenuti istintuali , presumibilmente di natura sessuale attinente al genere dello stesso.
Questo contenuto è geneticamente destinato a raggiungere la coscienza del neonato.
Perché ciò avvenga è però necessario il tacito consenso dell’ambito parentale infantile.
L’inconscio del bambino passa il proprio contenuto nell’inconscio materno aspettando che esso si trasferisca nella coscienza della madre e da lì passi, nei molti modi della comunicazione, nella coscienza in formazione del figlio/a.
Se ciò avviene Il “cavalluccio di Troia” si è installato nella piccola coscienza , una piccola porticina tra l’inconscio e la coscienza è ora aperta.
Se ciò avviene un processo di crescita psichica potrà avviarsi (sempre nei limiti imposti da quell’ambito parentale).
Ma se ciò non avviene …
Se la coscienza materna è ostile ai contenuti del proprio inconscio quel transito nella sua coscienza non potrà avvenire.
E non potrà perciò nemmeno avvenire il transito successivo dalla coscienza materna alla coscienza del bambino/a.
Quell’iniziale contenuto istintuale (quel primo nucleo del “bambino divino” , quel primo nucleo della nuova vita , del processo di crescita psichica) resterà bloccato nell’inconscio infantile ed ivi si incisterà.
Talora quando il processo di crescita nell’adulto è concluso e la sua coscienza avrà integrato l’intera immagine del suo Sé alcuni sogni ed alcuni eventi reali quella situazione iniziale andranno a rappresentare affinchè di essa si prenda coscienza.
Quelle rappresentazioni simboliche riferiranno simbolicamente di “un bambino/a incastrato in una qualche tana subito dopo la nascita dalla quale estrarre ora faticosamente e dolorosamente il cadaverino.”
All’inizio, appunto , era il verbo !.