Come osservato più volte la moderna filmografia ha assunto in sé il ruolo che un tempo era affidato , inconsapevolmente  per tutti, ai miti.

Cioè ha assunto il ruolo di rappresentare simbolicamente i significati inconsci del Sé dell’individuo.

L’altra notte ho visto un film , Lucy, e verso la fine si è capito qual’era il significato che il personaggio Lucy rappresentava.

Sfrondato dalle suggestioni fantascientifiche essa rappresentava la coscienza quantistica del Sé (costituita dagli atomi, molecole ed elettroni di cui sono costituiti i microtubuli) con i suoi più o meno immaginifici super poteri.

Rappresentava , il film , l’incontro tra la coscienza quantistica ed il suo Sé (nel film rappresentato dal capitano di polizia che la difende e la protegge).

Nella valigetta di cui si impossessa Lucy ci sono i quattro (guarda caso)  sacchetti di droga che le danno quei super poteri i quali rappresentano le quattro funzioni della coscienza.

La coscienza quantistica sarebbe la forma più arcaica possibile di coscienza, forse la forma più primitiva in assoluto  di coscienza ,dalla quale la coscienza  così come la conosciamo (ed il cervello) si è evoluta.

Non a caso il film ha come titolo “Lucy” cioè il nome assegnato dai paleontologi al cranio femminile tra i più antichi mai rinvenuti (il reperto A.L.288-1 rinvenuto nel 1988 in Etiopia).

Si  è mai accertato se nelle cellule dei lombrichi e degli organismi unicellulari esistano organelli  definibili come microtubuli ?.

Se si scoprissero in quelle cellule tali organelli si sarebbe scoperta la forma più arcaica possibile di coscienza e la forma più primordiale di cervello.

Forma arcaica che precederebbe perciò il “cervello del serpente” che pareva essere la base evolutiva del cervello umano.

A partire da quegli organelli  si sarebbe  evoluta perciò  la coscienza ed il cervello attuale.

Precedo i soliti  ilari scetticoni: La coscienza è l’organo psichico che consente all’organismo vivente di recepire le informazioni dall’ambiente reale e consente all’organismo  di interagire con quell’ambiente.

Senza quell’organo fisico/psichico e senza questa capacità di reciproca interazione  non esiste organismo vivente.

 

 

 


 

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