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L’evento è noto.

Una grossa nave da crociera , la Costa Concordia, urta uno scoglio sottomarino si apre una falla e la nave si piega su un fianco semiaffondata.

Molti si salvano , alcuni purtroppo muoiono . Il capitano abbandona la nave.

Successivamente con grande dispendio di uomini e di mezzi si costruiscono strutture  di rinforzo sul fondo marino, si applicano grossi cassoni e tiranti sul fianco emerso della nave la quale lentamente  si raddrizza.

Poi si applicano altri cassoni sull’altro lato e lentamente si mette la nave in condizioni di fortunosamente galleggiare.

Indi la nave , trascinata dai rimorchiatori , si avvia verso la sua definitiva distruzione.

Come può un evento così lontano da ciascuno significare qualcosa per tutti ?.

Eppure, se si usa un po’ la fantasia, si scoprirà che quell’evento è una rappresentazione che ci descrive in qualche modo la condizione psichica dell’individuo dissociato.

Vediamo come.

L’individuo dopo la nascita incontra un ambiente familiare che incoraggia la sua crescita fisica ma, in una grande generalità di casi, ostacola fortemente la sua crescita psichica impedendo alla sua coscienza di prendere coscienza di sé, di prendere coscienza della  reale natura dell’individuo.

L’individuo cresce fisicamente ma la sua coscienza resta azzoppata, ripiegata su sé stessa.

La botta psichica  iniziale ,le botte psichiche successive impediscono a quella coscienza di sviluppare rispetto alla sua condizione di partenza ,il livello anale.

Lo scoglio sottomarino, gli scogli sottomarini hanno colpito la nave la quale  semiaffonda e resta coricata su un fianco.

A questo punto la coscienza sempre più dissociata deve trovare una soluzione che consenta all’individuo un soluzione per sopravvivere bene o male all’ambiente esterno parentale ed all’ambiente interiore distorto così come si sta via via costituendo.

Costruisce cioè l’adattamento possibile alla situazione data sia quella esterna sia quella interiore.

Lo costruisce , lo struttura e lo adatta giorno dopo giorno, mese dopo mese , a quelle mutevoli condizioni.

In modo da consentire a quell’individuo di sopravvivere nelle condizioni date.

Costruisce ed applica a sé una quantità  di  protesi del falso sé essendole impedito di integrare in sé le strutture del Sé dell’individuo .

Quelle strutture  lentamente si radicano nell’inconscio  (le strutture costruite sul fondo marino).

Alla grande nave coricata su un fianco si applicano una quantità di cassoni e tiranti (le protesi) per consentirle di raddrizzarsi.

Dopo si applicano altri cassoni sul fianco emerso .

Si riempiono di aria e la nave fortunosamente torna a galleggiare .

Fuor di metafora : L’adattamento alla vita adulta dell’individuo ha completato la sua struttura e l’individuo è bene o male pronto ad affrontare la vita adulta.

Ed il suo ego che fa ?

Essendo impotente rispetto ai meccanismi della sua coscienza ed essendo impossibilitato a mutarli  abbandona la “nave” a sè stessa.

Incapace ed impossibilitato di fare alcunché abbandona la nave  e lascia che la sua vita sia  la vittima inerme di quella condizione psichica.

La nave riprende il suo viaggio verso la rottamazione.

La vita di quell’individuo ora  sarà povera di molte cose e purtroppo ricca di altre.

Povera di sentimenti, di emozioni, ecc.  e ricca di sintomi psicosomatici, di nevrosi più o meno gravi.

Di psicopatie più o meno severe.

In taluni casi esse necessiteranno di ricovero in ospedali psichiatrici.

E parliamo dei più fortunati (!).

Altri in una  condizione psichica ed ambientale particolarmente severa non saranno riusciti a sviluppare un qualche adattamento possibile alla sopravvivenza e o si saranno suicidati o saranno deceduti in qualche modo o avranno  sviluppato patologie così severe da portarli alla morte.

Certo la nave và !

Ma a che prezzo, in che condizioni ?.

 

 

 

 

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