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Perché tanta ferocia e determinazione da parte della coscienza dissociata contro l’individuo e contro la sua vita ?.
La coscienza da sola non può capirlo.
Può capirlo l’ego quando è messo in condizione di poterlo fare.
Paradossalmente egli è messo in condizione di poterlo capire solo quando è riuscito a mutare la propria coscienza fino al punto in cui essa lo metta nelle condizioni di poterlo fare.
E solo quando quella feroce determinazione è stata ormai superata da parte di quella stessa coscienza.
Ed allora perché?
La coscienza è geneticamente orientata alla difesa dello status quo, a difesa della sopravvivenza della specie.
Il bambino/a nasce in ambiti parentali la cui configurazione psichica “addestrerà” quella nuova piccola coscienza ad emulare quell’ambito psichico parentale al fine di perpetuarlo.
E la nuova piccola coscienza difenderà perciò , a partire da quel momento , lo status quo.
Ma , è qui c’è la tragica irrisione !.
La coscienza così strutturata opererà sì per la difesa dello status quo ma opererà cecamente ed inconsapevolmente con le sue infinite pulsioni coatte contro l’interesse della vita dell’individuo, contro la vita in genere , contro l’ambiente naturale.
Perfino contro la sopravvivenza stessa delle specie.
E ciò in quanto il complesso di castrazione è coartato nella direzione della distruzione e della autodistruzione .
Il che è un male terribile per la specie umana ma è un bene per quell’individuo che prenda su di sé la responsabilità della propria vita e operi per mutare sé stesso e la propria coscienza dissociata e castrante nella direzione della propria reale natura e della propria crescita psichica.
Perché alla fine quella pulsione autodistruttiva del complesso di castrazione porterà a termine contro sé stesso, contro lo stesso complesso, il suo compito cieco.