La torre della Specola in Padova.
In questa torre costruita nel 1374 da Ezzelino III, a maggior gloria del suo castello, il tiranno faceva imprigionare e ferocemente torturare i suoi avversari politici.
In tempi recenti nel corso di lavori di restauro al piano più alto della torre è stata rinvenuta una sala affrescata chiamata “sala delle figure” realizzata nella seconda metà del ‘700..
Sulle sue pareti sono infatti affrescati una serie di ritratti di otto tra grandi astronomi e scienziati illustri come per esempio Tolomeo, Copernico, Galileo, ecc..
La visita a questa sala richiama alla mente un’altra “sala “ e cioè la coscienza umana.
In essa l’esperienza di ogni giorno della vita , ma soprattutto l’esperienza infantile, viene sintetizzata sotto forma di rappresentazioni, da “figure” che di quella esperienza , di quelle esperienze testimoniano.
Una vera e propria “sala delle figure” nella quale la coscienza si autorappresenta l’esperienza percepita , nella quale quella esperienza , quelle esperienze vi sono “raffigurate” come si è detto sotto forma di rappresentazioni.
Quell’insieme di rappresentazioni rappresentano nel loro complesso di solito il falso sé.
Cioè ciò che la coscienza crede essere la totalità dell’individuo, cioè ancora ciò che alla coscienza hanno fatto credere essere la totalità dell’individuo.
Se il falso sé viene espropriato del suo potere sulla coscienza e sull’individuo ed ad esso si sostituisce poco alla volta l’immagine , la rappresentazione del Sé cioè della totalità reale ed unica dell’individuo quella stanza non sarà più la stanza degli orrori, la stanza delle torture di Ezzeliniana memoria ma bensì stanza di rasserenamento e di vita piena.
Se ciò accade si crea un collegamento tra l’archetipo del Sé , il Sé (cioè la totalità dell’essere) e la sua rappresentazione nella coscienza dell’individuo stesso.