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Di conseguenza quella condizione dissociativa di massa è la garanzia assoluta per il mantenimento dello status quo, per quanto ORRIBILE esso possa essere.
Ma tale "rassicurante" condizione di invarianza, rassicurante per le resistenze a difesa di quelle condizioni psichiche patologiche e di coloro (pochi) che hanno imponenti interessi al mantenimento di questo status quo, non può impedire nè il fluire della vita nè le spinte istintuali alla sopravvivenza individuale e di specie.
E da qui la fuga di masse imponenti di esseri umani da terribili condizione di conflitto e da condizioni di vita insopportabili.
Si tratta di un film visionario ed altamente simbolico.
Il film inizia con un sogno nel quale il Sè genetico congelato e segregato nel DNA (il manovratore) si libera e transita nell'inconscio (uno spermatozoo casca in un liquido) diventando il Sè simbolico.
Poi un uomo passa dietro ad un enorme muro di cemento (La coscienza dissociata e castrante) e, il sogno prosegue nella realtà, egli attraversa un paesaggio surreale e industriale finché non entra in un ascensore che lo porta sù a casa.
Nell'attiguo appartamento una donna gli parla ed attende speranzosa.
Poi delusa si ritrae nella sua casa.
L'uomo va in un’altra casa ed inizia la rappresentazione surreale, angosciante e terribile del falso sè e della vita da esso imposta.
Tutto ormai facilmente interpretabile.
Poi l'ampliamento della esperienza (con la bellissima donna) e la lunga trasformazione.
L'uccisione del falso sè.
La presa di contatto con la coscienza del Sé che supera, avendole accolte in sé, le informazioni genetiche del Sé stesso.
(scritto il 20/1/25)