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Un personaggio autorevole , diciamo un ministro, ogni volta che un ragazzo di colore stupra una donna fa un twitter o un vociante comizio invocando la castrazione chimica e/o l’espulsione del violento straniero.
Quando lo stesso odioso reato viene invece compiuto da un ragazzo di bianco (che è anche lui di “colore” , ma si sa come sono le convenzioni linguistiche) il Sig. ministro tace.
Quando un uomo di colore rapina una tabaccheria il Sig. Ministro fa un altro twitter invocando manette ed espulsione.
Quando lo stesso reato lo commette un uomo bianco silenzio.
Non so se questo comportamento configuri da parte del Sig. ministro il reato penale di istigazione all’odio razziale ma è certo che esso è sicuramente un incitamento all’odio razziale quanto meno sul piano della comunicazione di massa.
Come si fa a spiegare , amichevolmente, fraternamente, bonariamente, al Sig. ministro ed ai suoi psicolabili sostenitori che il razzismo e l’odio razziale non sono una ideologia ma un sintomo di un problema psichico serio e severo.
Il fatto per esempio che un tumore non venga diagnosticato dall’oncologo non fa di quel tumore una patologia meno grave .
Lo stesso è per quel sintomo psichico che apparentemente svela dell’odio verso la diversità ma che insieme svela , anzi urla, di un odio profondo verso sé stessi.
E questo odio, sì , talora purtroppo qualche volta si incarna in una qualche patologia oncologica.