Nell’antica Cina venivano fasciati strettamente i piedini delle bambine per impedire agli stessi di crescere.

Si riteneva che le donne con i piedi cosi resi (orribilmente) minuti fossero più desiderabili agli occhi degli uomini.

Uomini sessualmente repressi , se non sessualmente psichicamente castrati, ai quali in realtà quella orribile pratica metadiceva che la donna era sta sessualmente repressa fin dalla infanzia la qual cosa ovviamente li spaventava meno rispetto alla “terribile” sessualità femminile.

Rispetto alla sessualità istintiva femminile.

Repressione che diventava compatibile con la castrazione psichica del maschio avvenuta nella sua stessa infanzia.

Per dirla semplice la sessualità femminile (e la  crescita psichica) veniva castrata nelle femmine “da fuori”  (per metadire che era già avvenuta  anche “da dentro”) mentre per i maschi la sessualità maschile (e la crescita psichica ) veniva castrata “da dentro”.

Tutte le altre pratiche di castrazione sessuale (che riferiscono di analoga  castrazione della crescita psichica) come l’infibulazione femminile (escissione del clitoride e ricucitura dell’alveo genitale) , l’asportazione del prepuzio maschile  e tutte le altre cruente pratiche consimili , socialmente accettate (ma è stato mai chiesto il parere degli interessati ?)  e perfino approvate dalle religioni in uso in quelle culture (in quelle subculture)  avevano ed hanno lo stesso identico significato della fasciatura dei piedi alle bambine cinesi.

Castrazione fisica della sessualità femminile che corrispondeva alla castrazione psichica di ogni loro possibilità di crescita psichica e castrazione psichica  della sessualità maschile (ma anche fisica nel caso della circoncisione) che equivaleva alla castrazione psichica  di ogni loro possibilità di crescita psichica.

A proposito del  complesso di castrazione e della sua diffusione.

 

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