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Nel corso della ricerca ogni volta che un nuovo significato (frutto della intuizione) attinge la coscienza quest’ultima autoattiva un processo di elaborazione complessiva delle informazioni ivi depositate.
Il risultato di tale complessiva elaborazione è , da un certo punto in avanti della ricerca, una teoria complessiva relativamente alla condizione psichica risultante della coscienza stessa .
Risultante sulla base dalle interpretazioni fin lì sviluppate e risultante sulla base del complesso di informazioni fin lì possedute dalla coscienza.
Dopo qualche altra interpretazione la teoria unificante si rivela errata.
E si passa ad una successiva teoria unificante sulla condizione psichica in atto.
Non è che la precedente teoria unificante fosse sbagliata .
Essa era giusta in quel momento ed in quello stadio del lavoro, in quel livello di informazioni/significati fin lì assunti.
Essa era un errore possibile . Anzi era un errore necessario.
Senza la formulazione della precedente teoria “sbagliata” non sarebbe stato possibile procedere e quindi formulare un ennesima teoria unificante.
Sbagliata e giusta anch’essa.
L’errore nella ricerca è non solo creativo ma anche necessario, anzi indispensabile .
E’ attraverso una lunga sequenza di errori creativi che procede la conoscenza .
Non so negli altri campi della conoscenza umana ma sicuramente è così nella ricerca in psicoanalisi.
La quale sempre più si evidenzia come la scienza dei linguaggi simbolici ed il processo possibile di esame e mutamento della coscienza.
E’ la coscienza che assume le informazioni dell’imprinting infantile, è la coscienza che chiude o apre le porte ai contenuti dell’inconscio e del Sé, è la coscienza che auto-costruisce sulla base delle informazioni dell’imprinting personalità sane, nevrotiche, psicopatiche ecc..
E’ ancora la coscienza e le informazioni che le sono state propinate che salva come può la vita dell’individuo costruendo gli adattamenti possibili alla situazione data .
Se la coscienza (e la sua configurazione risultante) è la regina dell’individuo è il suo Sé (il suo individualissimo) ad esserne il re .
In grado, con l’aiuto consapevole dell’ego, di mutare radicalmente le cose della coscienza riportandola sulla “retta via”.