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Uno sta seduto sotto il portico e si guarda pigramente intorno.
Laggiù un trattore rompe le zolle e spiana la terra , prepara il terreno per la semina primaverile.
A destra una bella ragazza in bici corre lungo la pista ciclabile , la segue a distanza un anziano che avanza a lenti passi.
Un auto rompe il silenzio sfrecciando sulla strada.
Un gatto dorme felice all’ombra di un cespuglio mentre la ninfea comincia a far affiorare le sue giovani foglie sulla superficie dell’acqua.
Così , passivo ed attento, si osserva il modo.
Tutto accade spontaneamente e l’osservatore altro non può fare che osservare.
Accade così anche nel transfert.
L’osservatore osserva e l’inconscio dell’altro , il più delle volte represso, oppresso, asfissiato, talora morente, esprime attraverso quel , prima da me sconosciuto, canale i suoi contenuti fortemente energizzati.
Un breve dialogo , una chiacchierata sul nulla , e quell’inconscio comunica , si potrebbe dire, “disperato”.
E l’osservatore osserva così un altro mondo ,verrebbe da dire , il mondo delle anime.
Se non fosse questo dire troppo retorico, troppo ascientifico, troppo pomposo.
Diversamente dalla osservazione del mondo sensibile di cui si diceva all’inizio in questo “altro mondo” qualcosa si può fare.
E se la chiacchierata sul nulla si ripete nel tempo il controtransfert riesce talora a portare nella coscienza desertificata dell’altro un qualche significato del suo Sé.
Una goccia nel deserto che può trasformare quel deserto di infelicità in qualcosa di diverso.