Era in fondo ad una stradina che sbucava verso il mare e pochi ne conoscevano l’esistenza in quell’angolo di una lontana periferia.

Una targa polverosa sul portone diceva di lui.

Da tempo immemorabile il museo narrava , anche se poco ascoltato , la storia di mondi lontani attraverso le tante pietre e statue e reperti in esso accumulati.

Poco frequentato, benché avesse tanto da dire.

Le tante pietre e statue e reperti , là dentro a coprirsi di polvere, soffrivano.

E soffrivano  della lontananza dai luoghi dai quali erano stati asportati.

Soffrivano in silenzio e la notte nelle sale deserte , che deserte erano in verità anche di giorno, lamentavano piano della loro sorte.

Era un sussurro che talora sembrava un grido.

Antiche architravi di templi greci, sarcofaghi di chissà quale  faraone,  neri di granito  lisci come la pelle umana , tranci di colonne doriche, bellissime veneri di candido marmo quà e là sbocconcellato da chissà quali vicende, la testa marmorea di non si sa quale imperatore, una mezza statua di una qualche divinità mesopotamica.

La notte nessuno dormiva in quel museo .E non perché non ci fossero custodi ma per via di quel sussurrio, di quel mormorio , di quel continuo lamento che riempiva l’aria e attraversava quelle mura pur possenti.

Ma un giorno , non si sa come,  qualcuno dimentico di rinserrare il grosso ferro che teneva chiuse le ante del portone.

E la sera sul tardi un vento caldo e pieno di tanti aromi , un vento sciroccoso del Sud,  si insinuò nel varco e attraversò ogni sala ed ogni corridoio sollevando mulinelli di polvere qua e là.

Il sussurro, il mormorio ,il lamento divenne di colpo un grido di dolore  straziante che sorprese quel vento che peraltro era lì per caso.

Ed esso non potè non ascoltare, sgomento.

Girò ancora un po’ per i tanti locali , indeciso sul da farsi, finchè rinforzò di colpo.

Ogni statua, ogni marmo, ogni reperto si sollevò allora , come senza peso,   dal suo basamento e seguì il suo vento.

Il quale uscì, seguito da così imprevisto codazzo, dirigendosi verso il mare e verso i tanti luoghi nei quali ciascuna pietra , ciascun marmo desiderava così ardentemente ritornare.

 

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