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Nella lontana galassia MU60-610 c’era, tra gli altri, un grosso pianeta abitato grazie ad una stella che scaldava i viventi che in esso vivenano.
Ed essa scaldava anche le rocce e le sabbie della sua superficie.
Una grande fortuna per quel lontano mondo fortuna che non era condivisa purtroppo per loro da altri pianeti della stessa galassia.
Tanto importante era quella lontana stella per quel pianeta che i suoi abitanti da tempo immemore la consideravano un dio.
Lo chiamavano il dio Ra.
Il pianeta era diviso in una moltitudine di regni piccoli e grandi governati da regine tutte imparentate tra di loro.
E tra loro vivevano in armonia.
Grazie anche ad una particolarità che quelle regine condividevano tra di loro: La loro comune passione per le collane.
Collane davvero particolari e speciali queste in quanto esse erano collane viventi.
Di varia natura e lunghezza che adornavano gli splendidi decolletè delle regine.
Queste collane, sapienti, parlavano alle regine ed esse saggiamente le ascoltavano.
Esse molto incidevano nelle decisioni di quelle splendide donne e molto sull’armonia dei tanti regni.
I regni erano spesso attraversati da viaggiatori e mercanti che quando entravano in un regno si recavano ad omaggiare la locale regina donandole una di quelle strane collane che la regina, come tutte le altre, molto apprezzavano.
Si diceva che quelle collane parlassero alla regina.
Quando essa doveva prendere una decisione importante si accarezzava il decolletè, splendidamente ornato dalle tante collane, ed ascoltava i suggerimenti ed i consigli di esse.
Anche la regina parlava con le sue collane aggiornandole sullo stato del regno ed anche sul suo umore.
Un giorno attraversò il regno un giovane principe e regalò, come d’uso, una nuova speciale collana alla regina.
E, grazie ad essa. passarono insieme una notte di fuoco.
Lasciandole di sé uno splendido ricordo.
Tutti i regni grazie alla saggezza delle regine, in esse abbondantemente profusa dalle collane viventi, vivevano in armonia e prosperità.
Anche perché tutte sapevano tutto di tutti, grazie a quelle collane viventi.
Postscriptum.
Questo, come forse è ovvio, è un raccontino di fantasia.
Per togliere ogni dubbio, caso mai qualcuno, ma non credo, non avesse capito le regine rappresentano le molecole e gli atomi e le loro collane gli elettroni.
Si può pensare il raccontino anche come una narrazione mitologica, come un mito insomma.
Quando una qualche realtà dell’esistente è ancora sconosciuta agli esseri umani per un loro qualche motivo psichico, sconosciuto anch’esso, tendono a raccontare quella sconosciuta realtà con linguaggi simbolici.
E nascono i miti e le mitologie.
Ed anche le opere della individuale creatività.
Molti attribuiscono la genesi di quei miti a lontanissimi sapienti, altri addirittura a qualche dio.
E siccome nessuno capisce cosa questi miti vogliano dirci essi restano narrazione mitologica, grandi fiabe sapienzali.
Essi però non sono nati per restare tali in quanto hanno una funzione ben precisa.
Essi sono nati nel tempo per dire a nuora affinchè suocera intenda.
Cioè per dire alla intuitività il loro significato affinchè la razionalità, di quei miti, intenda il senso.
E, quella conoscenza mitologica, trasformarsi quindi in conoscenza scientifica.
Se però la suocera non capisce un piffero in quanto la nuora non parla con essa e con essa è in aspra lite il mito resta un mito e nessuno ci capisce nulla.
Il passaggio della conoscenza, dal mito e dai linguaggi simbolici, avviene quindi grazie alla interpretazione che di essi è in grado di produrre la funzione intuizione.
E di tale interpretazione ne può godere la razionalità.
La quale razionalità senza l’intuizione è una “regina” cieca che capisce fischi per fiaschi e scatena quando può guerre ed inenarrabili crudeltà.
(scritto il 24/2/23)