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Con la tecnologia analogica l’immagine (ma anche il suono) veniva copiata dal punto A e riproposta pari pari (copiata) nel punto B.

Con la tecnologia digitale invece nel punto A un software digitalizza l’immagine (cioè la trasforma in una sequenza di 0 e di 1) , la sequenza viene inviata al punto B dove un altro sw la trasforma in immagine.

Queste due tecnologie con ogni probabilità ripropongono due modalità di funzionamento della coscienza.

Con la prima “tecnologia” la coscienza percettiva copia , grazie ai sensi,  l’immagine dal punto A e la ripropone pari pari nella coscienza nel punto B (alla percezione dell’ego).

Con la seconda “tecnologia” invece la coscienza manifesta a sé stessa  una immagine “digitalizzata” di un contenuto inconscio (immagine che di solito si definisce “simbolo onirico”) e grazie ad un particolare sw (mille, diecimila sw) gestito dalla funzione intuizione trasforma l’immagine “digitale” (il simbolo onirico) del contenuto inconscio in significato.

(Si potrà pensare, immaginare, ipotizzare in maniera eterodossa ?-  Mio Dio cosa ne penserà Lacan ? . E Jung? Cosa ne penserà Jung ? Ed aggiungerei:  e chi se ne fotte, andiamo avanti).

Si potrebbe anche ipotizzare che la coscienza percettiva funzioni in modalità analogica (grazie ai neuroni a specchio copia l’immagine dal punto A e la ripropone nel punto B) mentre si potrebbe ancora ipotizzare che la coscienza cognitiva funzioni invece in modalità digitale .

E ciò grazie ai neuroni “normali” (modalità 0-1) i quali digitalizzano il contenuto successivamente trasformando la sua immagine digitalizzata , il suo codice, in un’altra cosa.

Come mai non si è ancora riusciti a riprodurre,  nel campo informatico, in modalità digitale  il senso del gusto , del tatto e dell’olfatto ?.

A livello psichico essi presumibilmente già funzionano in modalità analogica dato che i sogni sono in grado in qualche modo di riprodurli (si è in grado di sognare un odore oppure una sensazione tattile, ecc.).

Forse tra qualche tempo, inventando gli strumenti adatti, l’informatica riprodurrà in modalità digitale anche quelli.