Viene da chiedersi se, utilizzando la spinta istintuale alla emulazione del modello da parte della coscienza , non sia possibile trattare un ragazzo affetto da una qualche forma di sindrome di Down o di autismo da parte di un individuo cosciente e consapevole di sé fornendo così alla coscienza del ragazzo un modello positivo rispetto alle possibilità di sviluppo psichico dello stesso.
Utilizzando soprattutto , grazie alla durata del rapporto interpersonale , i meccanismi di comunicazione inconsci ed istintivi del transfert.
E’ ovvio che il linguaggio terapeutico sarebbe nel caso specifico molto diverso da quello tradizionale della terapia analitica e dovrebbe utilizzare una quantità di strumenti di comunicazioni molto eterodossi rispetto a quel linguaggio utilizzando anche elementi di multidisciplinarietà.