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Dimentichiamoci per un attimo della anatomia del cervello (neuroni, dendriti e quant’altro) e scendiamo di un gradino .
E vediamo il cervello come un insieme di atomi diversamente connessi tra di loro e una marea ,uno sciame enorme di elettroni che ronza attorno a questa infinità di atomi.
La fisica quantistica ci dice che questi elettroni e sciami di elettroni in condizioni normali sono in uno stato di indeterminatezza nel senso che hanno contemporaneamente tutti gli stati possibili.
Ad un certo punto uno si sveglia e formula un pensiero o gli viene in mente una intuizione..
Cioè una funzione d’onda di un qualche elettrone o gruppo di elettroni è appena collassata e quell’elettrone o quel gruppo di elettroni conquista uno stato definito ed il risultato è quel pensiero o quella intuizione.
E’ abbastanza sconvolgente ma anche straordinario pensare che a questo livello tutti i cervelli quale che sia la specie di appartenenza funzionano allo stesso modo.
Quello dell’umano, quello dell’elefante, quello del topo, e così via.
Ogni volta che una qualche funzione d’onda collassa l’individuo, quale sia la specie vivente cui appartiene, fa qualcosa nei modi espressivi che gli sono propri e che la propria anatomia gli consente.
Esprime qualcosa a mezzo dei linguaggi dei quali è dotato.
Sarà un ringhiio , sarà un barrito, sarà un ronfo, sarà un saltino o una corsa , ecc.
Oppure un verso di una poesia.
Ancora. Uno si sveglia e ricorda un sogno.
Si mette in moto nei suoi modi misteriosi la sua funzione intuizione e dopo un po’ quel simbolo o quel gruppetto di simboli onirici fa un saltino ed oplà entra nello specchio di Alice passa dalla’altra parte e si ritrova sotto forma di significato nel cervello-coscienza.
Dove viene accolto con gridolini di entusiasmo dagli altri significati che hanno raggiunto quella posizione prima di lui.
In questa posizione il significato è anche una informazione.
Informazione strutturante.
Nel senso che una volta preso in carico dal cervello-coscienza quest’ultimo si attiva ed inizia una elaborazione complessiva di tutte le informazioni delle quali è in possesso, compresa quella appena arrivata.
Alcune di queste sono informazioni/significato altre sono informazioni/schifezze.
Alla fine di questa elaborazione il sistema di informazioni del cervello/coscienza ha assunto una nuova configurazione.
Alla fine della elaborazione complessiva l’individuo ha conquistato una nuova visione del mondo , una nuova visione di sé.
Magari solo di poco diversa da quella che aveva prima ma insomma diversa.
Altro sogno, altri simboli onirici .
Parte la funzione intuizione , scodella un nuovo significato nella coscienza, altri gridolini d’entusiasmo e parte una nuova elaborazione complessiva.
Alcune informazioni-schifezze vengono spazzate via e nuovi significati prendono il loro posto.
Ed oplà! una nuova visione del mondo e subito pronta.
Affinchè l’elaborazione complessiva delle informazioni in possesso della coscienza/cervello possa avvenire si dovrebbe presumere che tutte le location nelle quali sono allocate questa miriade di informazioni siano in qualche modo collegate (i microtubuli, forse) .
La coscienza muta solo se vengono elaborate complessivamente le informazioni intuitivamente acquisite .
Un grande mutamento da zero alla coscienza strutturata l’aveva subito nel corso della infanzia .
Nel corso dell’imprinting infantile le sole informazioni strutturanti che quella piccola coscienza riceve sono quelle comunicate in vari modi diversi dall’ambito parentale infantile e se è molto ma molto fortunata anche dal suo inconscio.
Il risultato finale potrà essere una coscienza adulta in un corpo da adulto oppure una coscienza infantile in un corpo da adulto.
Oppure anche peggio.
Ma torniamo al sogno.
Se l’ego è parte attiva nel processo di interpretazione esso condivide con la sua coscienza i significati via via intuitivamente acquisiti.
Nasce così la consapevolezza dell’ego.
Non solo.
Quando il cervello/coscienza fa la solita elaborazione complessiva delle informazioni alla fine , ome un qualsiasi computer , esso/a raggiunge un qualche risultato.
Se tra coscienza ed ego è aperto il canale di comunicazione che si chiama consapevolezza l’ego viene a conoscere grazie agli insight di questi risultati e può riferirne (cioè per esempio tanto per non andare lontano tutto quello che c’è scritto in questo sito).