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Se si volesse comprendere come funziona il rapporto tra ego, coscienza percettiva e realtà sensibile sarebbe sufficiente stare seduto sulla propria veranda e guardare al di là della rete di recinzione i tanti campi e giardini e prati che si estendono al di qua ed al di là di quella rete.
Tra “dentro” e “fuori” c’è una totale continuità sensoriale (almeno limitatamente per forza di cose a quella visiva, acustica ed olfattiva).
La “rete” (il confine della coscienza percettiva) impedisce “fisicamente” a ciò che è dentro di andare fuori ed a ciò che è fuori di venire dentro ma non dà , apparentemente, soluzione di continuità tra il “dentro” ed il “fuori”.
Quello spazio tra l’ego che osserva ed il mondo (interno alla coscienza che l’ha percepito e che lo rende percepibile all’ego stesso ed esterno ad essa ,il mondo sensoriale pur percepito) è coscienza ed anche rappresentazione della coscienza percettiva , di quella parte della coscienza che consente di percepire il mondo sensibile.