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E’ possibile che la coscienza del Sè (l'insieme delle informazioni/significati che del Se definiscono l'immagine nella coscienza) , prodotta da una funzione che opera quantisticamente (la funzione intuizione), si allochi non a livello di cervello neuronale ma bensì a livello di cervello microtubulare.
Cioè in una parte del cervello più “profonda” rispetto a quella neuronale e da quest’ultima “contenuta”.
E ciò in quanto il rapporto tra istinti e coscienza e comportamento, estremamente funzionale per quanto riguarda la sopravvivenza dell'individuo e della specie , deve essere perciò stesso un rapporto tra i più "veloci" possibili e cioè un rapporto di comunicazione di tipo quantistico (entanglement, tunnel quantici, ecc).
Nell'individuo dissociato il continuo potenziamento della funzione razionale tenta invano, compensativamente, di raggiungere, sempre ai fini di sopravvivenza, quei livelli di efficienza prodotti dalla elaborazione quantistica *.
Si diceva invano.
Con inoltre un continuo aggravamento ed estremizzazione della condizione dissociativa con conseguente produzione di potenti e pericolosissimi complessi di castrazione.
(*) I tanti meravigliosi progressi della medicina tradizionale sono anche di ciò una ovvia positiva conseguenza.