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“Uno dà un cazzotto ad un altro e per tutta risposta riceve dopo un nanosecondo un cazzottone che gli fa perdere definitivamente il vizio di alzare le mani.”
Detto in modo semplice il feedback, i comportamenti a retroazione, sono questo.
La terapia analitica è tutto un feedback.
Il paziente racconta un sogno e l’analista ne rivela a modo suo il senso.
Ciò attinge la coscienza del paziente ed in modo infinitesimo la muta.
Questo piccolo mutamento lascia un piccolo spiraglio ai contenuti del suo inconscio che attingono la coscienza mutandola a loro volta .
La risposta del paziente all’analista a seguito di tutto ciò risente di questi mutamenti.
Un ciclo di feedback si è così concluso.
E si ricomincia daccapo.
Il feedback non è una invenzione della fisica o della psicoanalisi ma è un processo fondamentale di funzionamento della psiche.
Esso descrive il continuo rapporto dinamico di comunicazione che c’è o che dovrebbe esserci tra l’inconscio e la coscienza.
L’inconscio piazza un suo contenuto nella coscienza ,fa goal, e la coscienza muta un poco.
Si apre quindi un piccolo spazio, una piccola opportunità nei confronti dell’inconscio e l’inconscio perciò piazza un’altro goal.
E così via.