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Il senso del gusto, del tatto e dell’olfatto sono sensi non digitalizzabili (nella realtà) e quindi è facile intuire che non sono sensi gestiti dai neuroni.

Sono perciò gestiti da parti del cervello profonde ed antiche a livello pre-neuronale.

E gli strumento delle neuroscienze potrebbero farci capire da quali parti del cervello essi sono gestiti.

Si dovrebbe presumere che il senso evolutivamente più arcaico sia il senso del tatto seguito, in quella evoluzione, dal gusto e dall’olfatto.

Sensi recepiti forse in aree molto vicine tra loro nel cervello dato che il serpente per esempio percepisce gli odori dell’ambiente con la lingua.

Talune persone non percepiscono fin dall’infanzia gli odori, altri non hanno la percezione del gusto.

E’ possibile che i danni inibitori provocati dall’imprinting infantile possano raggiungere questi livelli profondi della coscienza a causa del controtransfert parentale.

Si ritiene normalmente che ciò che ferisce curi e ciò che curi possa anche ferire.

Quindi, nel corso della terapia, il controtransfert dovrebbe essere in grado di portare significati del Sé dell’altro anche a quel livello profondo di coscienza.

E’ possibile che i sensi materici , i quali entrano in contatto con la materia , percepiscano ciò che percepiscono (gusto, tatto e olfatto) grazie ad uno scambio di informazioni quantiche tra gli elettroni dei recettori della materia che viene “toccata”  (cellule della pelle, peluzzi delle narici, papille gustative) e quelli della materia che quei recettori “toccano”.

Come a dire che il livello più profondo ed antico della coscienza (in questo caso della coscienza percettiva) ed il livello più elevato della stessa  (la coscienza quantistica) sono ,a dir poco, molto simili tra di loro.

  (scritto il 2/3/23)

 

 

 

 

 

 


 

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